Cenni storici
La chiesa parrocchiale di Brinzio, dedicata ai santi Pietro e Paolo, è stata edificata tra il 1769 e il 1774 e consacrata nel 1779. L'edificio attuale andò a sostituire un tempio molto più antico, anteriore al 1197: i documenti a nostra disposizione (pergamene e verbali delle visite pastorali) e i ritrovamenti archeologici ci consentono di avere un'idea di come si presentasse la chiesa originaria. Essa era collocata leggermente più a nord dell'attuale, era piuttosto piccola (una sola navata), architettonicamente povera (lo stile doveva essere affine al romanico) e decorata da pitture rozze e antiche. Disponeva di un basso campanile con una o due campane ed era circondata da un piccolo cimitero. Complice la povertà della popolazione brinziese, la chiesa era anche molto malandata: i documenti riferiscono di muri scrostati, tetto sbilenco e pavimento guasto. In aggiunta, mancava del tutto la sacrestia (aggiunta dopo il 1592) e soprattutto una canonica: complice il fatto che mancava un prete residente, i paramenti e gli arredi sacri erano conservati in una casa privata. La situazione rimase inalterata fino al 1769, quando l'allora parroco di Brinzio, don Modesto Pozzi (noto per la sua grande energia e risolutezza) decise di vendere alcuni terreni e proprietà della parrocchia, riuscendo a finanziare i lavori di costruzione. La popolazione brinziese diede il proprio contributo volontario ai lavori, che furono diretti dal capomastro Francesco Perischetti di Ghirla. Cinque anni dopo la fine dei lavori, il vescovo di Como mons. Giovanni Battista Mugiasca provvide a benedire il nuovo tempio. Nei secoli furono eseguiti altri lavori (abbellimenti, aggiunte di arredi e dipinti, modifiche strutturali ecc…) che portarono via via la chiesa ad assumere l'aspetto attuale.
Descrizione
La chiesa è in stile affine al barocco, non eccessivamente elaborato né sfarzoso, integrato da elementi successivi che rendono l'insieme ascrivibile all'eclettismo. La pianta dell'edificio presenta una sola navata ed una curiosa forma a “croce latina capovolta” (contrariamente al solito, il braccio del portale è più corto di quello del presbiterio), che fu probabilmente imposta dalla necessità di non rimpicciolire troppo la piazza antistante. All'interno conserva un ciclo di dipinti eseguiti a due riprese (1918-1920 e 1947) dal pittore Annibale Ticinese. Nel corredo pittorico spiccano due grandi oli su tela che fiancheggiano l'altare: a sinistra la "Gloria dei SS. Pietro e Paolo" di Federico Fiori detto Barocci, a destra una "Natività della Vergine" di Camillo Procaccini; questi due preziosi dipinti furono concessi in comodato gratuito alla parrocchia nel 1813 dall'Accademia di Brera, nel quadro di un'opera di alleggerimento dei suoi magazzini dalle opere che non potevano essere esposte nella Pinacoteca. Oltre all'altare maggiore, i due bracci del transetto accolgono altrettanti altari minori: uno dedicato alla Beata Vergine del Rosario, l'altro a Sant'Antonio da Padova. Tutti gli altari sono realizzati in marmi policromi e provengono da chiese sconsacrate milanesi. L'abside accoglie un organo pneumatico, risalente ai primi del Novecento, tuttora impiegato nelle sacre funzioni. Giusto di fronte all'altare si aprono due porte laterali: quella di destra conduce nella sacrestia, mentre quella di sinistra conduce alla grotta di Lourdes una piccola cappella dedicata al santuario francese.
Tale ambiente è di particolare interesse, in quanto a seguito dei restauri condotti intorno al 2010 è stata pavimentata parzialmente con delle lastre di vetro, sotto alle quali è possibile osservare i resti della mura perimetrali della già citata chiesa antica. Da questa cappella si accede altresì al campanile (non visitabile). La torre attuale è stata edificata nel 1903 in sostituzione di quella più antica; è alta 36 metri e dispone di un concerto di cinque campane in Re maggiore. È stata integralmente restaurata nel 2002.